Da tempo si cerca di far fronte al problema energetico-ambientale con la costruzione di impianti che, per la produzione di energia “pulita”, utilizzano come combustibile sostanze di origine animale e vegetale, non fossili.
Da fonte certa, abbiamo appreso che la costruzione di uno di questi impianti sta per essere autorizzata anche nel nostro comune.
Il progetto di questa centrale a biomassa, di cui nessuno parla, prevede la costruzione di un impianto con una potenza di 20 Mw dotato d una caldaia che brucerà legna ridotta in scaglie, il cosiddetto cippato, ma dovrebbe utilizzare anche lo scarto di potature.
Ma un’opera come questa quali vantaggi darà alla nostra popolazione?
L'impatto ambientale della struttura sarà pesante:
> il 30% del bruciato sarà il residuo raccolto delle scorie solide (ceneri);
> il restante 70% sarà catapultato nell’aria (ceneri di ricaduta - nonostante la nuova generazione di filtri, allo stato attuale, nessuno filtro può fermare i PM 2,5, PM 1 ecc);
> le emissioni nocive alla salute saranno incrementate dal traffico di mezzi pesanti che, per l’approvvigionamento di legname, intaserà le strade del territorio;
> avremo inquinamento acustico, giorno e notte.
Ancora una volta “l’affare” sarà prioritario alla nostra salute?!
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