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Sito denuclearizzato

17 gennaio 2009

UNICAL OCCUPATA: CRONACA DI UN GIORNO DI ORDINARIA ILLEGALITÀ

Arcavacata di Rende, 15 gennaio 2009

ORE 9:00 L’UNIVERSITA’ DELLA CALABRIA È OCCUPATA…
da un ingente spiegamento di forze dell’ordine: Carabinieri, Polizia di Stato, Finanza, Polizia Provinciale, Corpo Forestale, Vigili del fuoco, vigilantes del posto, cacciatori e cecchini sui tetti.
L’università è circondata, gli accessi sono presidiati, ogni varco è chiuso.
L’ONDA è fuori!
La militarizzazione impedisce ogni espressione di dissenso di studenti e precari, la comunità che popola le aule, gli uffici, il ponte e le piazze è esclusa. Lo spazio è occupato da uno stuolo di presidenti, generali, amministratori, gerarchie ecclesiastiche, presidi e baronie varie.
La democrazia è ancora una volta da conquistare metro per metro.
La tensione subito sale.
L’università è nostra e dobbiamo liberarla. Dobbiamo riprenderci il ponte ma partono minacce e blocchi per gli studenti. Quella che ieri era casa nostra oggi è una gigantesca zona rossa da cui siamo esclusi, ma non solo, veniamo addirittura criminalizzati per i nostri tentativi di riappropriazione. Il colmo è il divieto di esporre degli striscioni. Ma questo non interessa le alte cariche dello stato che occupano l’aula magna, fra questi il magnifico La Torre, in fondo, questo è il suo giorno, il suo disegno si è realizzato, la riforma che distrugge l’istruzione è passata e le università virtuose incassano i soldi dovuti alla loro fedeltà alla Gelmini.
Questo è il suo giorno, questa è la sua passerella, questa è la sua festa, un balletto in maschera dove le divise la fanno da padrone. Noi naturalmente non siamo invitati, e nemmeno vogliamo esserlo perché non c’è un cazzo da festeggiare e non abbiamo maschere da indossare.

ORE 13:00 L’UNIVERSITA’ è RICONQUISTATA
Il presidente è in fuga, la festa è rovinata e il rettore è avvilito.
Il movimento è sempre vivo e ha rimesso al centro del dibattito le questioni riguardanti il libero accesso al sapere. Le riforme di distruzione continuano, l’ex decreto legge 180 è stato appena convertito in legge e non abbiamo alcuna intenzione di stare a guardare indifferenti a ciò che si decide sulle nostre teste nelle stanze del potere. L’università è nostra e la difenderemo fin alla fine.
In solidarietà al popolo Palestinese, che vive sulla propria pelle la vigliacca aggressione dell’esercito israeliano che occupa ingiustamente il suo territorio, una gigantesca bandiera della Palestina sventola sul ponte dell’Università, simbolo della lotta per la liberazione.