La notizia sensazionale giunge da Londra. Presto, forse già nel 2010, circoleranno auto “a spazzatura” che inquineranno molto meno di quelle a benzina. Una grande azienda chimica britannica sta mettendo a punto un rivoluzionario procedimento tecnologico che permette la trasformazione della volgare immondizia in bioetanolo utilizzabile come carburante per le vetture.
Secondo gli esperti dell’azienda, si potranno ricavare circa 400 litri di bioetanolo da ogni tonnellata di spazzatura biodegradabile asciutta. Il nuovo procedimento tecnologico consiste sostanzialmente in tre fasi: si cuoce la spazzatura ad altissima temperatura fino a ridurla allo stato gassoso e si danno poi i gas in pasto a speciali batteri naturali che se ne servono come materia prima per generare bioetanolo grezzo. Si purifica il bioetanolo ed è fatta.
L’azienda innovatrice pensa di poter incominciare la produzione su scala industriale verso la fine del 2010.
L’annuncio ha avuto un’immediata e vasta eco e si capisce: si risolverebbe il grosso problema di smaltimento della spazzatura (…non si sa più dove metterla e le discariche sono stracolme…) e per gli automobilisti, che oggi pagano la benzina sempre più cara, si prospettano grossi vantaggi economici.
La novità più grossa sta nel fatto che a differenza degli altri biocarburanti, realizzati partendo da prodotti agricoli sottratti alla produzione alimentare e con un impatto negativo sull’ambiente, non ci sarà più da dover scegliere tra cibo e combustibile. Il bioetanolo dovrà essere miscelato con la super o con il diesel non essendoci in Europa e Nord America un parco macchine con motori in grado di essere alimentati esclusivamente con quella sostanza e il suo impiego anche parziale basterà e avanzerà per ridurre di ben il 90% i nocivi gas “effetto serra” emessi dalle normali auto a benzina.
Il nuovo procedimento tecnologico di riciclaggio della spazzatura, sviluppato negli Usa a partire dal 1989 e già testato con un esperimento pilota negli ultimi cinque anni, punta a ridurre di circa il 10% il fabbisogno di benzina in Europa e Nord America.
Fonte: www.galenosalute.wordpress.com
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