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Sito denuclearizzato

8 aprile 2008

SOLIDARIETÀ AL GIORNALISTA PASQUALE GOLIA.

L’autore del blog e i membri del team SibariSOS manifestano la loro solidarietà a Pasquale Golia, concittadino e collaboratore del quotidiano La Provincia Cosentina, per l’infame gesto subito.
A lui desideriamo dare la nostra totale disponibilità ad appoggiare in concreto, nei fatti, l’attività d’informazione e di denuncia svolta e tesa a tenere alta l'attenzione sui fenomeni di matrice criminale che interessano il nostro territorio e la nostra provincia.


Di seguito proponiamo l’editoriale di Antonello Troya, direttore della Provincia Cosentina, pubblicato nell’odierna edizione del quotidiano stesso.
Il coraggio di dire la verità.
Adesso basta. Siamo stanchi di essere vittime di intimidazioni. Velati o spudoratamente plateali sono tanti i messaggi che arrivano all’indirizzo della Provincia Cosentina. Ieri è toccato al nostro corrispondente da Cassano, Pasquale Golia. Della benzina è stata versata sulla sua macchina. Del fatto ne è stata informata naturalmente l’autorità giudiziaria, da cui ci aspettiamo indagini atte ad accertare la verità. Chiaro il gesto intimidatorio, chiaro il tentativo di mettere paura ad un giovane che del giornalismo ne ha fatto quasi una ragione di vita. Chiara la matrice criminale e il fine ad esso collegato: mettere il bavaglio ad un’informazione libera e svincolata da qualsiasi legame affaristico. Solo pochi giorni fa l’ennesimo tentativo intimidatorio era stato consumato nei confronti di un altro giornalista di questa testata, Mario Campanella. Una lettera dove veniva addirittura indicata la data della sua morte. Nulla di più schifosamente becero, in una società che si definisce come culla della cultura e che invece deve fare i conti con una criminalità che ogni giorno che passa alza sempre più il tiro. Mi auguro che le forze dell’ordine prendano immediati provvedimenti in difesa di questa testata, così come della stampa in generale, assicurando alla giustizia chi si macchia di un tale malefico gesto. Ci sentiamo come paladini ma con le frecce spuntate dalla logica del malaffare. Delusi dalle ennesime querele che arrivano solo per aver riportato dichiarazioni, puntualmente ritrattate. Si finisce poi per essere indagati, alla stregua di criminali incalliti. Siamo solo giornalisti, raccontiamo i fatti che accadono, nella più completa autonomia. Non ci sono editori che chiamano per lamentarsi con i direttori o con i capiredattore, non ci sono politici che sbraitano perché bistrattati su queste colonne. È la stampa libera. E sicuramente dà fastidio.