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Sito denuclearizzato

30 ottobre 2007

SUOLO, RISCHI NATURALI E ANTROPOGENICI

La conoscenza approfondita del fattore suolo è di fondamentale importanza poiché spesso è soggetto a
processi degenerativi gravi ed irreversibili, imputabili, in molti casi, ad un cattivo uso ed a una smodata gestione da parte dell’uomo.
Le pressioni, che gravano sul suolo, provengono nella maggior parte dei casi da una maggiore o minore densità di popolazione e dalle attività produttive ad essa collegate ed anche dai cambiamenti climatici e dalle
variazioni nell’uso del suolo stesso.
Il numero di catastrofi naturali che hanno colpito la regione Calabria, negli ultimi anni, dimostrano, da un
lato, che la società calabrese è esposta a molteplici rischi e dall’altro che gli stessi rappresentano una minaccia per l’ambiente.
I processi di trasformazione che hanno una maggiore incidenza sulla vita e sulle attività antropiche generano
le situazioni di rischio maggiori legate ad eventi che si sviluppano con estrema rapidità rispetto ai tempi umani. Fenomeni di questo tipo sono: alluvioni, intense erosioni, frane, sismi.
In generale, tutti i fenomeni evolutivi sono regolati, da cause predisponenti e cause determinanti.
Le prime comprendono gli aspetti geomorfologici, litologici, strutturali, giaciturali, idrogeologici di resistenza, di alterazione e di degradazione fisico chimica delle rocce, tutti fattori che stanno ad indicare
quella che è la naturale propensione al dissesto del territorio calabrese.
Il secondo gruppo di cause riguarda eventi naturali o di origine antropica che combinati con le cause predisponenti, sono capaci di innescare, in un determinato momento ed in una certa area, l’insorgere dei fenomeni di rischio.

Erosione - Il territorio calabrese è soggetto ad elevato rischio potenziale di erosione a causa della forte aggressività climatica (erosività delle piogge), dell’elevata erodibilità del suolo e dell’elevata pendenza dei versanti. Per le aree interne si tratta, tuttavia, di un rischio teorico attualmente controllato in larga misura dalla copertura
vegetale.
Secondo i dati dell’ARSSA, che ha realizzato la Carta del Rischio di erosione attuale e potenziale, oltre il 50% del territorio regionale risulta soggetto ad erosione idrica. E’ possibile mettere in evidenza che oltre il 31,7% dei suoli calabresi è classificato essere a severo rischio, con perdite annue di suolo comprese nel
seguente range 1<>20 mm; una frazione molto piccola del territorio regionale viene classificata a rischio “catastrofico”. In questa classe ricadono lo 0,42% dei suoli calabresi e considera perdite annue di suolo superiori a 20 mm.

Dissesto idrogeologico - Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) della Regione Calabria, definisce il rischio idrogeologico dall’entità attesa delle perdite di vite umane, feriti, danni a proprietà, interruzione di attività economiche, in conseguenza del verificarsi di frane, inondazioni o erosione costiera.
Per quanto attiene il rischio di frana, prendendo in esame i centri abitati con numero di abitanti non minore di 200, il PAI ha censito 7928 fenomeni di instabilità, che interessano 837 centri abitati, di diverso livello di severità, che vanno dalle frane superficiali alle grandi frane connesse a deformazioni gravitative profonde di
versante; i comuni con almeno un’area a rischio molto elevato (R4) sono risultati 268, mentre 5581 sono risultate le aree con rischio elevato e 747 quelle con rischio molto elevato; 358 sono invece i comuni con almeno un’area a rischio elevato (R3).
Le oltre 1.500 frane cui è stato associato un livello di rischio elevato (R3) e molto elevato (R4) occupano complessivamente una superficie estesa per quasi 30 Kmq e spesso interessano zone densamente urbanizzate, comportando rischio per diverse migliaia di persone.

(fonte: Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Regione Calabria - Valutazione Ambientale Strategica del Programma Operativo Regionale 2007-2013 - Rapporto Ambientale Giugno 2007)