A partire dagli anni sessanta, una serie di fattori di origine antropica, che attengono, in generale, l’uso del suolo e più propriamente lo sviluppo urbanistico, hanno notevolmente incrementato i livelli di pericolosità, vulnerabilità e rischio. In sintesi, questi fattori si possono così individuare:
- le urbanizzazioni delle aree costiere con l’occupazione, spesso abusiva, di ampie fasce del demanio marittimo e fluviale e lo smantellamento dei cordoni dunari di litorale;
- la costruzione di nuove infrastrutture dei trasporti senza una preventiva analisi di impatto;
- le attività estrattive in alveo spesso abusive e sempre in assenza di adeguata pianificazione;
- le nuove urbanizzazioni a ridosso dei centri storici antichi;
- la costruzione di invasi idrici non soggetti a manutenzione programmata;
- la disseminazione di discariche quasi sempre abusive;
- la rottura dell’equilibrio fra le falde idriche e le acque marine per effetto di un incontrollato emungimento nelle pianure costiere;
- l’attingimento non programmato a falde sempre più profonde (è emblematico a tale riguardo il caso della Piana di Sibari che subisce un fenomeno di ingressione marina e di subsidenza).
(estratto da una Nota dell’Ordine dei Geologi della Calabria)
Se desideri segnalare notizie, argomenti e/o iniziative, inviare critiche e quanto altro ritieni utile far conoscere a noi e agli amici del blog, contattaci