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Sito denuclearizzato

30 ottobre 2007

I SOTTOPASSI DELLA VERGOGNA

ANCORA I SOTTOPASSI! Nonostante gli impegni profusi da alcune Associazioni di Cittadini, il progetto per la costruzione dei sottopassi a Sibari, finalizzati alla chiusura dei passaggi a livello delle Ferrovie dello Stato, continua il suo sciagurato iter.
Si e’ giunti infatti, ora, alla comunicazione, già inviata ai proprietari delle aree, per l’inizio delle attività di esproprio dei beni interessati. I proprietari vengono invitati a prendere visione degli elaborati a Napoli, presso la sede delle Ferrovie dello Stato, che, specificatamente si occupa della soppressione dei passaggi a livello, nonostante il progetto completo, corredato dagli elenchi e dalle tavole di esproprio, sia stato depositato presso il Comune di Cassano All’ionio (Cs).
Ciò non piace ai cittadini e non solo per le oggettive difficoltà di recarsi a Napoli, ma, anche e soprattutto, perché sembra un ostacolo appositamente studiato per scoraggiare e limitare i contrasti, le divergenze e le reazioni dei cittadini. Ciò e’ paradossale e non contribuisce a fare chiarezza sui “sottopassi della vergogna”.
Si, proprio della vergogna, che dovrebbe provare chiunque si appresti ad appoggiarne o agevolarne la realizzazione. Giova ricordare che il progetto iniziale delle Ferrovie dello Stato, finalizzato alla eliminazione dei passaggi a livello in Sibari, prevedeva per la continuità stradale, la realizzazione di alcuni sovrappassi costruiti al disopra delle due linee ferroviarie per Crotone e per Cosenza. Fu l’intervento della responsabile dell’area archeologica di Sibari, chiamata ad esprimere sul progetto dei sovrappassi un parere paesaggistico ed ambientale, che indicò nei sottopassi il sistema migliore per mitigare l’impatto paesaggistico.
I cittadini non sanno se le competenze archeologiche siano sufficienti per la lettura di un progetto complesso e per la proposizione di stravolgimenti tecnici così radicali. Sta di fatto che le Ferrovie dello Stato furono costrette a rivedere integralmente il progetto, pena la sua bocciatura.
Da più parti, intanto, monta la certezza popolare che i sottopassi siano stati indicati per disporre, in modo gratuito, di una importante campagna di scavi, eseguiti ad una ragguardevole profondità di circa sette metri dal piano attuale, in una zona limitrofa alle vaste aree archeologiche di Sibari.
Al momento dell’approvazione del progetto nessuno si rese conto delle implicazioni che la variante dei sottopassi innescava, come nessuno prese in seria considerazione la particolare natura geologica dei luoghi e la presenza di falde d’acqua alla profondità di appena un metro e mezzo dal piano campagna.
In molti ricordano le difficoltà incontrate nella realizzazione dei sottopassaggi pedonali nella stazione di Sibari, come in molti conoscono la natura geologica dei suoli. Si tratta infatti di terreni alluvionali di recente formazione, inconsistenti e saturi d’acqua. Gli stessi geologi, durante le prove, dovettero rinunciare, in alcuni punti, al recupero delle aste del penetrometro risucchiato dal limo del terreno.
La inconsistenza del terreno e la presenza d’acqua, inoltre, non permettono la esecuzione di grossi scavi, la cui profondità innesca fenomeni di frana delle pareti dello scavo in un susseguirsi di cedimenti a catena.
Ma, noto il problema si cerca la soluzione, e, senza interrogarsi sul costo dell’opera o sulle possibili soluzioni alternative, consigliati dall’archeologia prestata alla tecnica, si studia la soluzione. Ed a nulla valgono i suggerimenti e le proposte su alternative possibili, come a nulla valgono le reazioni dei cittadini, composte o scomposte che siano.
Ci informano che sono state presentate, addirittura in modo gratuito e disinteressato, alcune bozze di progetti alternativi di sovrappassi che potrebbero risolvere e superare, in modo appropriato, le difficoltà esposte. Ovviamente, nessuna risposta, anzi gli apparati negano, benché i cittadini, sventolando gli atti, dimostrino esattamente il contrario.
Si persevera quindi su soluzioni costosissime e cervellotiche per la collettività. Pali da 80 cm. di diametro, infissi nel suolo a mò di paratia, eviteranno la frana delle pareti e permetteranno lo scavo anche a profondità rilevanti. Del costo nessuno ne parla. Le difficoltà arrecate ai cittadini ed alle loro attività non sono state prese in considerazione.
Ciò che conta è trovare la soluzione. La tecnica trova sempre la soluzione anche alle discutibili proposte dell’archeologia, e questo i cittadini lo sanno poiché hanno già assistito alla costruzione di una strada eseguita quasi interamente su un canale di scolo delle bonifiche della piana di Sibari. La preoccupazione mossa da alcuni cittadini circa i pericoli rappresentati dalle acque stagnati nel sottopasso (in molti ricordano il recente accaduto di Torre Annunziata) viene superata dalla previsione progettuale di un impianto di sollevamento delle acque. Le pompe prosciugheranno sia le acque piovane che, eventualmente, quelle da infiltrazioni di falda, assicurando il normale e sicuro svolgimento del traffico veicolare nel sottopasso.
La soluzione fa tornare alla mente le pompe del sito archeologico di Sibari, che divorano, nel tentativo di prosciugare le acque di infiltrazione del fiume Crati, circa trecentomila euro all’ anno e ciò, sicuramente, da più di vent’anni.
Nessuno, poi, nemmeno la politica, ha mai preso in seria considerazione i problemi sociali che il progetto dei sottopassi riversa su un territorio già di per sè smembrato.
La cerniera, il nucleo centrale delle attività produttive, degli smistamenti, degli incroci, dei passaggi anche pedonali, viene frazionata, smembrata, ostacolata nella sua funzione e quella che dovrebbe rappresentare un raccordo diventa una barriera. Nessuno sa quante persone passano a piedi su quella cerniera e come le stesse siano aumentate di numero ora che anche la zona marina e’ strapiena di extracomunitari. Nessuno ha mai pensato di fare analisi, studi e previsioni come quelli che necessariamente un’opera di quella portata richiede. Ostinatamente si seguono le indicazioni dell’archeologia e ostinatamente si ignorano le eventuali soluzioni alternative.

(COMUNICATO STAMPA del 19 ottobre 2007 - SALVIAMO SIBARI… Comitato popolare contro i sottopassi)