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Sito denuclearizzato

7 agosto 2009

RIPARTE LA MOBILITAZIONE IN CALABRIA PER L'ACQUA PUBBLICA

Il 25 luglio, in occasione del 1° Forum Ambiente e Cittadinanza Attiva che si è tenuto a Locri con la presenza di Padre Alex Zanotelli, alcune realtà associative, comitati e movimenti calabresi si sono incontrati per confrontarsi sulla preoccupante tematica della privatizzazione dell'acqua.
Come è ormai risaputo la gestione delle acque calabresi è stata affidata alla Sorical, società mista la cui quota privata è in mano alla più grande multinazionale al mondo del settore idrico, ovvero la francese Veolia.
Tra le "prestazioni" offerte dalla Sorical alla Regione Calabria è prevista anche la riscossione dei crediti "storici", quella voragine nei conti pubblici prodotta da decine di anni di malapolitica e di gestioni clientelari: centinaia di milioni di euro di debiti che i Comuni calabresi hanno accumulato nel settore acque e che ora devono saldare. E per quelle amministrazioni che non hanno sottoscritto accordi per il rientro del debito, dal 20 luglio la Sorical ha già proceduto alla riduzione della fornitura idrica.
La pesante situazione in cui si trovano i Comuni sta spingendo la Giunta Regionale verso una soluzione che potrebbe rivelarsi una vera sciagura per i calabresi: per evitare che «i Comuni vadano in sofferenza», la Giunta è infatti intenzionata a proporre una riforma legislativa per costituire un solo gestore regionale dell’intero ciclo integrato delle acque, dall’adduzione alla bollettazione, «un soggetto unico che si assuma una gestione imprenditoriale, con un rapporto diverso con il cittadino».
Questo significherebbe affidare un settore vitale come l'acqua ad un unico soggetto, molto probabilmente la stessa Sorical, che così acquisirebbe quasi un potere di vita o di morte sui calabresi. Cosa succederà a quelle fasce più deboli della popolazione calabrese che, come questi comuni oggi, non riusciranno a pagare le bollette?
Invertire la rotta è comunque ancora possibile, come dimostra la recente iniziativa del Comune di Caulonia che ha modificato il suo statuto comunale riconoscendo l'acqua come bene comune e risorsa fondamentale per la vita, e garantendo a tutti l'accesso all'acqua quale diritto umano e risorsa imprescrittibile: in questo modo Caulonia vuole impedire l’affidamento a società private della gestione del servizio idrico integrato e negare di conseguenza l’adesione all’ATO reggino. E altre municipalità calabresi si sono dette subito pronte a seguire l’esempio di Caulonia e di diversi altri Comuni italiani –molti dei quali siciliani– che si sono riuniti nel “Coordinamento Nazionale Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e la Gestione Pubblica del Servizio Idrico”.
Spingere più amministrazioni comunali su questa strada, anche grazie ad attività di sensibilizzazione o alla promozione di delibere di iniziativa popolare, è l'obiettivo che le realtà calabresi impegnate a difesa dell'acqua si sono date. Lavoro ed impegno che naturalmente va promosso e coordinato: a tal fine è stato fissato un nuovo incontro regionale, che si terrà a Lamezia il 5 settembre.
Non sarà un'estate di ozio però per gli attivisti dell'acqua che si rivedranno a Messina l'8 agosto per partecipare alla manifestazione contro il Ponte sullo Stretto, altra opera utile solo a trasferire soldi pubblici nelle tasche dei privati.

Fonte: www.territoriot.noblogs.org