
Quale che sia la ragione più evidente della loro fuga (una guerra civile, una persecuzione personale o la cosiddetta "pulizia etnica") alla base della loro difficile situazione c’è sempre una forma di intolleranza /politica, culturale, sociale o etnica) che non lascia loro scelta.
Ma anche nelle società più sviluppate oggi emergono sentimenti ostili che talvolta degenerano in razzismo e xenofobia. Così i rifugiati, oltre all’intolleranza che li ha costretti alla fuga, devono spesso affrontare anche un’altra intolleranza: quella che trovano nei paesi che offrono loro asilo e un rifugio sicuro dalla guerra e dalla persecuzione. Quell’intolleranza che ostacola la loro integrazione e rende ancora più pesante il loro esilio.
Quest’anno l’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati creata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1950, ha deciso di dedicare la Giornata Mondiale del Rifugiato al tema: "Rifugiati, non solo numeri - real people, real needs’’. Questa scelta vuole evidenziare come i rifugiati siano persone con i nostri stessi sogni, aspettative e necessità. Non solo numeri o statistiche, ma individui e famiglie in fuga da guerre e persecuzioni con storie reali che cercano di ricominciare una nuova vita in dignità e sicurezza.
Ricominciare vuol dire anche mettere a disposizione della società che li accoglie la propria esperienza, le competenze acquisite e la cultura di origine.
Per celebrare tale ricorrenza ad Acri il 20 giugno alle ore ore 19:00 la Compagnia delle Onde (vai al sito) presenta lo spettacolo “L'ultima Spiaggia” realizzato in collaborazione con rifugiati di Cosenza e con minori richiedenti asilo del centro Isaac di Acri.